Come è possibile far intendere all’occhio la percezione carnale?
Occhio e carne sono quasi una coppia antitetica: l’occhio per funzionare ha bisogno di un minimo di distanza. L’occhio è delicatino: guai a toccarlo, a privarlo dei suoi schermi e delle sue interfacce. Si rompe. L’occhio è cervellotico, e spirituale.
La carne invece odia le mediazioni. Ama la totalità, le scosse, le ammaccature. La carne è più coraggiosa dell’occhio. Non ama temporeggiare. Vuole fondersi, subito.La carne vuole toccare con mano. Le piace il metodo scientifico sperimentale.
Ma, nonostante le grandi divergenze, occhio e carne in fondo possono essere una bella coppia. Se lavorano insieme diventano complementari. Possono dividersi i compiti. E va a finire che si confondono uno con l’altra.
È difficile raccontare la carne. Perché la carne va vissuta.
In Lustameros l’occhio riprende la propria storia per raccontare le stazioni della carne.
Veneri steatopigiche si arrampicano le une sulle altre come in un rito sabbatico, o in un incubo di Hieronymous Bosch.
Poi arriva un flagellatore, ed articola lo spazio in partiture rinascimentali. Usa colori saturi, pre-manieristi, proto-barocchi.
E cita le fustigazioni in figura del tempo della Regina Vittoria. Quando cioè il positivismo si alleò con la sua nemica storica, la Chiesa, per distruggere il regno dei cieli sulla terra.
Il sesso, dopo essere stato peccato, cambiò nome, e diventò perversione.
Dopo il flagellatore ecco Santa Teresa, che scriveva preghiere erotiche a Dio. La croce nei testi sacri ebraici veniva chiamata palo. Le contadine danzavano di nascosto attorno al palo di Beltane, e vi gettavano sopra ghirlande di fiori, simulando altre congiunzioni. Le go-go girls si appendono al palo in giri vorticosi, le gambe muscolose aperte come forbici. Santa Maddalena de’ Pazzi andava in estasi, e le sue consorelle trascrivevano ciò che diceva :
«Oculi mei in oculos misericordie tue. Os meum in os tuum, ut os meum loquatur quod mihi sponsus loquitur. Pectus meum in pectore tuo, dilecte mi… manus mee non in manibus tuis, sed in caverna sponsi mei, ut sint partecipes cooperationis tue. Venter meus in ventre tuo… omne corpus meum, in omni membro substantie eternitatis tue.»
Ed infine, dopo aver conosciuto Dio, ed aver capito che la copula non esula dal suo verbo, Lustameros propone le sessualità eccentriche di Tom Of Finland. Omosessualità e masturbazione, per arricchire la prospettiva eterosessuale con pratiche ulteriori.
Come contrappunto alle sessualità sperimentali e liberatorie del popolo, di tanto in tanto appare il Dittatore. Sta in un antro buio e livido, in divisa sadomaso. La sua sessualità è repressa, e possibile solo rispettando una regola. Parla fino allo sfinimento, perchè è il potere che si affianca alla conoscenza, e alla persuasione dei discorsi. Con lui c’è una figura senza volto, dalla testa ingabbiata, che lo tiene al guinzaglio. Per il Dittatore, il massimo del piacere è affondare il viso in un frutto marcio; legato alla catena, l’unica cosa che può fare è controllare, spiare, vedere quello che fanno gli altri.
Lustameros mostra l’ambiguità della dialettica fra potere e piacere: il sesso può essere ancora una forza rivoluzionaria, oppure tutto è già stato codificato? Lustameros, dopo le gioiose performance a cielo aperto che hanno portato alla sua realizzazione, si schiera decisamente con la prima ipotesi.
Scheda tecnica Lustameros
Progetto: Silvia Camagni
Soggetto e Tema: Silvia Camagni
Sceneggiatura:Silvia Camagni, Antonella Cavallo
Regia: Silvia Camagni Antonella Cavallo
Montaggio: Marco Aion Mangani
Sound: Martez Sound Belligeranza
Anno di produzione: 2009
Con la collaborazione di Queeringrevolution Bologna
Il corto ha vinto il premio del pubblico e il premio speciale per il miglior contributo fetish fashion al Bizzarro Film Festival 2009. Pubblicato il 20 ottobre 2009 su Whipart.