10 SECONDI NOTTE ___La mostra di Kai-Uwe Schulte Bunert e Bertram Denzel


Kai-Uwe Schulte-Bunert Gorizia Nova GoricaKai-Uwe Schulte-Bunert nasce nella ex DDR e si avvicina alla fotografia durante un viaggio in Italia. I suoi lavori si orientano verso l’estetica industrial degli spazi abbandonati e disabitati, e verso la raffigurazione di soggetti marginali, come i pazzi de Il volto della follia. Bertram Denzel spazia dagli ipnotici suoni trip-hop fino ai ritmi più sostenuti della Drum & Bass. Il loro sodalizio artistico esplora il modus vivendi piccolo borghese, il concetto della proprietà e dei confini della sfera privata, la deriva individualista che porta all’alienazione, e la questione degli scarti della società occidentale. Lo spettatore sarà infatti invitato a ficcare la testa dentro a un pattume per l’immondizia sospeso al soffitto, dentro al quale si vedranno immagini realizzate in una cittadina tedesca del Mare del Nord. Questo procedimento di fruizione é ironicamente analogo a quello della camera oscura, la madre di tutti i dispositivi ottici, dalla griglia prospettica rinascimentale, alla macchina fotografica, fino alla macchina da presa del cinema. Le immagini rimarranno fisse per un tempo di dieci secondi, uguale a quello dei moduli musicali e al tempo di apertura dell’otturatore. Schulte-Bunert dichiara di lavorare “sull’alterazione notturna”, per aprire prospettive perturbanti sul rassicurante universo borghese.

Kai-Uwe Schulte-Bunert espone la sua nuova serie fotografica all’interno di un’installazione “ecologica” ai Magazzini Criminali. Rispetto ai lavori precedenti si nota immediatamente una differenza di soggetti, non più archeologia industriale silente, nè maestose infrastrutture. Dai luoghi dimessi, attraverso i non luoghi di passaggio, Schulte-Bunert arriva a rappresentare gli spazi in cui l’uomo si rifugia e vive, i teatri della sua storia. Nell’ultima serie 10 secondi notte l’artista realizza fotografie di case private in una cittadina tedesca che si affaccia sul Mare del Nord. La prospettiva è rigorosamente notturna, ed esterna. Le fotografie mostrano casette con finiture bianchissime e tetti a forma di V rovesciata, siepi tosate ad arte, giardini privati con parchi giochi per bambini, sedie di plastica accostate sui tavoli per la notte, schiere di bidoni per la raccolta differenziata, garage con automobili più o meno belle e costose. Vediamo quindi tutti i segni esteriori di ordine, opulenza, benessere. I colori sono saturi, le siepi sono verde smeraldo, i bianchi delle staccionate sgranati, i cieli virano dal blu cobalto al viola. Ma da dentro le finestre scaturiscono luci infuocate, gialle e rosse.

Cosa succede dentro quelle case, talmente perfette da sembrare finte? Cosa si nasconde nel buio fittissimo che le circonda? Le scelte cromatiche ed illuminotecniche di Kai-Uwe Schulte-Bunert richiamano alla mente David Lynch, e il suo lavoro di autopsia sulle zone oscure delle piccole province americane. Il contrappunto musicale di Bertram Denzel si iscrive nel medesimo solco, in particolar modo nel primo modulo “Paura”. Il lavoro è composto da tre moduli, Paura, Benedizione, ed Eternità, come attributi del modus vivendi piccolo borghese. La paura rappresenta le nevrosi, violenze e zavorre psichiche che si annidano in ogni nucleo familiare, la benedizione è quella delle comodità, del bozzolo protettivo del consumismo, e l’eternità è suggerita da campionature di rumori quotidiani. Una falciatrice, un’altalena che cigola, passi, campane, il ticchettio di un orologio, i rumori ricorrenti che ci accompagneranno tutta la vita.

Per vedere le sequenze fotografiche è necessario inserire la testa in un bidone per l’immondizia giallo che pende dal soffitto, al cui interno si trova uno schermo televisivo. Il tutto all’insegna di una fruizione solitaria, un po’ imbarazzante, più attenta del solito.


Pubblicato il 5 e il 16 settembre 2008 su L’informazione Download pdf, Download pdf


 

 

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