Con opere di Riccardo Angelini, Enrica Berselli, Francesco Bevini, Sylvie Borghi, Francesca De Paolis, Le Nevralgie Costanti, Federica Poletti, Camilla Scalabrini, Luca Serio, Giulia Tamborrino, Nikò Vitiello
La realtà non è ancora costruita /perché i veri organi del corpo umano non sono ancora stati combinati e sistemati.
Antonin Artaud
Sarai organizzato, sarai un organismo, articolerai il tuo corpo – altrimenti non sarai altro che un depravato. Sarai significante e significato, interprete e interpretato, altrimenti non sarai altro che un deviante
Gilles Deleuze, Félix Guattari
Excuse me. But I just have to. Explode Explode this body. Off me.
Björk
I’m gonna leave my body
(moving up to higher ground)
Florence and The Machine
“Il corpo non è esploso/ esploderà/ questa notte/improvvisamente/ ad ora incerta”
Antonin Artaud
Ma il corpo vissuto è ancora poca cosa se paragonato a una Potenza più profonda e quasi inaccessibile. L’unità del ritmo, in realtà, possiamo cercarla solo là dove il ritmo stesso affonda nel caos, nella notte, e dove le differenze di livello sono perpetuamente mischiate con violenza
G. Deleuze, Logica della sensazione
My body the hand grenade
Jayne Mansfield, Courtney Love
Perché questa lugubre schiera di corpi cuciti, vetrificati, catatonizzati, aspirati, dal momento che il CsO è anche pieno di gioia, di estasi, di danza?
Deleuze Guattari, Millepiani
My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
Arcade Fire
Disfare l’organismo non ha mai voluto dire uccidersi, ma aprire il corpo a connessioni, circuiti, , congiunzioni, suddivisioni e soglie (…)
Gilles Deleuze, Felix Guattari, Millepiani
Dove la psicanalisi dice: Fermatevi, ritrovate il vostro Io, bisognerebbe dire: Andiamo ancora più lontano, non abbiamo ancora trovato il nostro Corpo senza Organi (CsO), non abbiamo ancora disfatto abbastanza il nostro Io
G.Deleuze
In principio era il Corpo. È il Corpo il primo denominatore di natura e cultura: domina da protagonista la storia della tecnica, grazie al super-optional del pollice opponibile, fa il buono e il cattivo tempo nella sfera delle religioni fino al Verbo fatto carne, si impone nell’arte sin dal momento della sua nascita, trentacinquemila anni fa, con le vulve graffite sulle caverne della Valle Vézerè.
Quindi, per un corretto inserimento tematico sul mese che segna l’inizio dell’anno, Cayce’s Lab sceglie il Corpo, il soggetto aurorale dell’arte. E quello che emerge da questa immagine sul corpo è il CsO.
CsO? Non è la Comunità degli Stati Indipendenti del post-soviet, e non è il Consorzio dei Suonatori Indipendenti di Giovanni Lindo. Non è nemmeno una delle mille telenovele trendy con i poliziotti buoni. Ma questo forse potrebbero dirlo i dislessici o i distratti, che confondono la lettera I con la O. In ogni caso, il CsO non è un centro sociale occupato. Non è un metodo di compressione per immagini ISO. Non è l’acronimo di Company Security Officer né di Contract Sales Organization. Il CsO è il Corpo senza Organi. Quando l’abbiamo sentito nominare la prima volta, siamo rimasti senza fiato. Erano gli anni Novanta, e c’era il revival della Body Art, con Francesca Alfano Miglietti, Orlan e Franko B. E noi abbiamo pensato che questo concetto, questo Corpo senza Organi, fosse qualcosa di stupefacente e misterioso. Cosa può mai essere un corpo senza organi?, ci chiedevamo, presi dalla vertigine del paradosso. Negli anni Novanta ci rispondevamo a sentimento. Un Corpo senza Organi è un manichino cavo. Un simulacro. Un cyborg di Ghost in the Shell. Un’icona, di cui rimangono solo i contorni. Una carcassa amorevolmente svuotata da un Soggetto Ignoto. Ora, a gennaio 2013, Corpi Senza Organi è una collettiva di arte contemporanea organizzata per cercare di dare una risposta a questa domanda.
Il concetto del Corpo senza Organi viene tenuto a battesimo in una data precisa, 28 novembre 1947, quando Antonin Artaud registra la trasmissione radiofonica Per Farla Finita Col Giudizio Di Dio. Artaud, reduce da anni di internamento psichiatrico e da cinquantuno cadute in coma per elettrochoc, dice: “Legatemi pure se lo volete/ ma non c’è nulla che sia più inutile di un organo/ Quando avrete fatto (all’uomo) un corpo senza organi /l’avrete liberato di tutti i suoi automatismi / e restituito alla sua vera libertà(…). ”
Il problema di Artaud, dopo il calvario dei manicomi e della dipendenza da oppiacei, è quello di avere un corpo organico, “la casa di carne chiusa”, perché organico significa diviso da un “dio scavatore di pozzi”. E, come si diceva, bisogna farla finita col giudizio di dio. Il giudizio è profondamente connesso alle regole, nasce dal loro rispetto o dalla loro trasgressione. Il corpo organico è il primo dittatore di regole. L’apparato digerente chiede cibo. L’apparato respiratorio chiede ossigeno, pena la morte. L’apparato riproduttore chiede sesso, pena la morte della specie e la malinconia dell’individuo.
Il Corpo senza Organi di Artaud è eversivo, anarchico, anti-istituzionale. Perché Artaud intuisce che il corpo è il bersaglio del potere, l’ostaggio di Capitale, Stato, Chiesa. Liberando il corpo dalle sue viscere, dai suoi ingranaggi innervati, semplicemente lo si sottrae alla sofferenza. La registrazione di Per farla finita col giudizio di dio doveva andare in onda a marzo del 1948. Un mese dopo l’intervento dei censori e la cancellazione del programma, Antonin Artaud muore. Ma la sua eredità di guerrigliero in prima linea viene raccolta. Con la speculazione di Gilles Deleuze e Félix Guattari il concetto di Corpo senza Organi si evolve e si complica.In Millepiani si afferma che il CsO non è un concetto, ma un processo. Il Corpo senza Organi è un must, ovvero bisogna farsene uno. Non è detto che l’operazione riesca, e può essere pericolosa, nel senso che può anche portare all’autodistruzione. Il CsO è fatto di soglie, gradienti, scale di energia. “Su di esso dormiamo, vegliamo, combattiamo, vinciamo e siamo vinti, cerchiamo il nostro posto, conosciamo le nostre inaudite felicità e le nostre favolose cadute, penetriamo e siamo penetrati, amiamo.” Il Corpo senza Organi porta a una percezione di sé più acuta. È quella cosa che ci rimane dopo che ci è stato tolto tutto. È un corpo fatto apposta per sentire l’intensità. Senza onde d’intensità, il CsO rimane vuoto. L’intensità è sempre e comunque pericolosa, perché è un’esperienza al limite.
Uno dei nuclei centrali della riflessione di Deleuze è il desiderio. Egli confuta la tradizione occidentale del desiderio come mancanza. Per Deleuze il desiderio NON è mancanza. E anche la sua connessione con il piacere è fallace. Il desiderio non cerca la propria soddisfazione ma il proprio perpetuarsi, come un brodo di coltura cellulare. Il desiderio è dentro il corpo, è immanente, indifferente ai suoi cosiddetti oggetti, che sono solo pretesti per continuare a fluire. C’è una gioia eversiva nel desiderio, e bisogna cercare di ritardare al massimo il piacere, perché esso interrompe il processo continuo del desiderio positivo. Non c’è nessuna mancanza nel desiderio.
Esso è profondamente connesso alla vita.
Nella collettiva Corpi senza Organi Giulia Tamborrino interpreta il corpo senza Organi come guscio, nel simulacro della bambola. La bambola ha ultimamente trovato grande risonanza in ambito artistico, fra le fila dei Surrealisti Pop, da Liz McGrath a Mari Shimizu, passando attraverso le meravigliose e perverse Enchanted Dolls di Marina Bychkova. Giulia Tamborrino si inserisce in questa tradizione, con bambole vestite di abiti ottocenteschi, dagli occhi sgomenti e bistrati come quelli delle attrici del cinema muto. Questo era anche lo stile dell’iniziatrice della tradizione, Lotte Pritzel, con le sue nevrotiche e magrissime garçonnes Art Déco.
Luca Serio traccia un ritratto umano utilizzando la fuliggine di una candela, fino a comporre una creatura mobile, aerea, un corpo fluido nato dall’immaginazione cosmica ed unitaria, legata agli elementi del fuoco e dell’aria. Anche Enrica Berselli rappresenta creature fluttuanti, connubi trans-organici fra esseri appartenenti a phyla diversi, in stati di estasi raccontati da carne che si mischia a rose tentacolari di meduse urticanti. Il desiderio non passa per forza per gli organi sessuali, perché tutto il corpo può essere feticizzato. Berselli rappresenta anche un corpo coagulato in forme sinusoidali, e queste forme ricordano la concezione dell’uovo in Deleuze “Trattiamo il CsO come l’uovo pieno, prima dell’estensione dell’organismo e dell’organizzazione degli organi, prima della formazione degli strati, l’uovo intenso che si definisce per assi e vettori, gradienti e soglie, tendenze dinamiche con mutazioni di energia (…)”
Stesso segno finissimo e morboso per Francesco Bevini, che rappresenta una figura femminile con articolazioni cesellate come gemme, il collo lungo delle madonne manieriste, e il corpo che si espande, instabile, con fattezze che sembrano grandi geografie terrestri.Riccardo Angelini con le sue Entità Effimere propone una trasfigurazione dei tradizionali emblemi del desiderio, gli organi sessuali. Colate laviche e liquefatte di colori carnali, i colori del sangue e dei tessuti, che vanno a configurare orifizi ed estroflessioni prive di fissità, in continuo movimento. La figura fantasmatica de L’A Discrezione suggerisce uno dei postulati nascosti del CsO, l’abbandono e la cancellazione dell’io, in nome di qualcosa di assolutamente nascosto, dall’ autenticità più grande.Non si poteva indagare sul Corpo senza Organi senza imbattersi in qualche osso. Così il Corpo senza Organi può diventare un simbolo di vitalità anche dopo aver attraversato il limite. Un vitale e desiderante corpo post-mortem, liberato dai succhi della putrefazione. Senza più la minaccia della morte da parte delle istituzioni, è un corpo che diventa pura idea. Come in Amabili Resti (Peter Jackson, 2009), dove Susie Salmon – tredicenne uccisa dentro una botola- si installa in un limbo onirico, passando il “tempo” a fare balletti dentro a fantasmagorie da diva anni Settanta. Camilla Scalabrini studia il nocciolo delle anatomie femminili, focalizzandosi sulle ossa del bacino, ricettacolo dei processi riproduttivi, e sui polimeri della colonna vertebrale, all’interno della quale, secondo tutte le tradizioni mistiche, è contenuta la nostra longitudine energetica più potente, segnata (guarda caso) da varie soglie. Camilla Scalabrini allude alla tematica del desiderio circondando la figura con un fluente attributo sessuale secondario, i capelli.
“La Signorina X afferma che non ha più cervello, né nervi, né seno, né stomaco, né budella, non le resta più che la pelle e le ossa del corpo disorganizzato (…)”. L’opera The Holy Ghost di Federica Poletti rappresenta una figura femminile che si armonizza con la citazione di William Burroughs riportata da Deleuze in Millepiani. Il suo corpo perde la tradizionale opacità, il contorno che lo delimita, per mostrare viscere, ossature, denti. Il muscolo cardiaco troneggia al centro come un ex voto di carne.
Un Corpo senza Organi e degli Organi senza Corpo, come il cuore di Sylvie Borghi. Amplificatore del perpetuo canto del sangue, muscolo che non si ferma mai, battendo incessantemente il ritmo dei moti del desiderio, il cuore, e non il cervello, era considerato dai greci la sede dell’intelletto e delle passioni. Nell’antico trattato cinese Nei Ching è un organo reale, rappresenta il re e la sede dello Spirito, ed è il “maestro del soffio” per la sua connessione alla respirazione.
Al livello di significato letterale, è sicuramente un Corpo senza Organi quello contenuto nel reliquiario Ossicine di Francesca De Paolis, al cui interno si trova lo scheletro cartilagineo di un uccellino. Ucciso da un felino, amorosamente donato, accettato, lasciato a compiere i suoi processi, bollito per completare l’opera, composto e cucito, questo minuscolo scheletro rappresenta la dirittura finale del Corpo senza Organi. L’operazione di cucitura dei frammenti sul supporto è fondamentale, perché solo la morte segna la fine della concatenazione desiderante, il suo definitivo imbrigliamento.
L’esperienza del CsO può essere fatta nella schizofrenia, quando il corpo viene privato da una sua immagine fissa, venendo attraversato da “una potente vita non organica”. In questa chiave di lettura che può essere interpretato Self Portrait With Demons, un’opera di Nikò Vitiello che scinde la rappresentazione di un volto in mille piani contigui, a frattale, nella molteplicità di prospettive propria del delirio. Perché il delirio è sempre cosmico, riflette la totalità del mondo, e le sue dinamiche sono omologhe a quelle del desiderio. L’opera Narciso è emblematica invece del processo di rispecchiamento infinito fra l’individuo e la struttura, che incasella il desiderio in sistemi di rappresentazione.
Bloccare, essere bloccati è ancora un’intensità, afferma Deleuze. Le Nevralgie Costanti rappresentano corpi sigillati, con i canoni estetici del sadomasochismo estremo e della scena industrial. Simili a quelli di Miguel Angel Martin – autore di fumetti di culto come Brian the Brain e Psycho Pathia Sexualis – i corpi di Le Nevralgie Costanti si aprono i tessuti del torace per mostrare ciò che c’è dentro, per far fluire legioni di homuncoli e per consentire loro di mischiarsi. Corpi che mostrano le strutture di sostegno al loro interno, gli apparati di ossa meccaniche, ed evidenziano la loro discendenza dai feticci magici dell’arte primitiva. Poi si privano di organi obsoleti come occhi e cuore e si fondono fra di loro in amplessi.In ultima analisi, quello che emerge dalla collettiva Corpi Senza Organi è che né i Misteri Dolorosi di Antonin Artaud né tanto meno i Grandi Misteri Deleuziani possono essere sciolti e compresi fino in fondo.
Quello che invece possiamo cogliere è la non fissità del corpo, la sua natura malleabile di costrutto culturale. E quello che possiamo affermare è che il Corpo, con o senza Organi, è il nostro tesoro da difendere ed espandere, perché costituisce la nostra più potente arma.
Testo critico e curatela della mostra “Corpi Senza Organi”, inaugurazione 18 gennaio 2013 presso Cayce’s Lab, pubblicato sul numero zero della fanzine cartacea autoprodotta Unknown Pleasures,
grafiche Francesca De Paolis.