Allieva di Giacinto di Pietrantonio a Brera, inizia a fare performances all’inizio degli anni Novanta. Nel corso del suo iter artistico, pur utilizzando altri media quali disegno, pittura e video, trova nelle arti performative lo strumento espressivo privilegiato.Beecroft usa come supporto comunicativo corpi femminili, vivi e muti, che oscillano fra il canone estetico inarrivabile delle fashion models e quello normo-forme, comune, eterodosso rispetto alla regola mediatica, caratterizzato da difetti individuali e peculiarità. Il rapporto col cibo, la violenza, le tematiche di genere, la reificazione e la serializzazione degli individui, il sesso e la sua rappresentazione, la privazione, la paralisi, l’apparenza, la sofferenza, la morte. Tramite la sua arte, Vanessa Beecroft riesce a indagare le più profonde ed universali istanze dell’essere umano, utilizzando un linguaggio mutante, classico e contemporaneo, a metà strada fra sacra rappresentazione, teatro, fotografia, pittura e moda.Vanessa Beecroft ( Genova 1969, vive e lavora a New York)
Pubblicato su POST-MONUMENT, il catalogo della XIV edizione della Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, a cura di Flavio Cavallucci, giugno 2010 Silvana Editoriale
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