È partito andandosene di casa a dodici anni, per andare a lavorare nelle fabbriche di porcellana di Jingdezhen. È arrivato ad esporre in tutto il mondo. Il suo lavoro artistico si muove fra dicotomie oppositive. Da una parte colori sgargianti, forme pop e una carica sessuale che ricorda Allen Jones, con i primi esperimenti e soprattutto con The Memory of Enchantement of the Frolic Ceramic Sculture Series (1998): figurette femminili acefale, vestite di abiti tradizionali, pronte ad essere mangiate senza opporre resistenza. Dall’altra parte un mondo congelato, in cui il tempo si ferma e lo spazio revoca le sue normali leggi. Stivali da donna, termos, tupperware, biberon, tutti rigorosamente di lucida porcellana bianca, allineati per terra, sospesi in aria, aggrappati sui muri per Daily Fragile (2001). E poi aeroplanini, arti, tastiere di computer che si scompongono in pezzi, formando una traccia di detriti dentro un’enorme stanza bianca, nell’installazione Dream (2005), in memoria dell’esplosione dello shuttle Columbia. Con le ultime prove (Rem(a)inders, Abandoned Memory, (2010) Liu Jianhua sembra muoversi in direzione di una rarefazione ancora più estrema.
L’opera portata in Biennale coniuga i colori sgargianti dell’universo pop con la qualità arcana e sospesa tipica delle installazioni di porcellana bianca. Unreal Scene (2008): tre isole alla deriva, in cui colorate fishes da gioco si impilano a migliaia le une sulle altre. Fino a comporre una città futurista, in cui le potenzialità pecuniarie e l’alea del gioco si impongono come componenti costitutive. Liu Jianhua (Jiangxi, 1962, vive e lavora a Shangai)
Pubblicato su POST-MONUMENT, il catalogo della XIV edizione della Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, a cura di Flavio Cavallucci, giugno 2010 Silvana Editoriale Download Pdf Liu Janhua POSTMONUMENT