Alla luce di quanto riportato nella prima parte di quest’articolo, risulta chiaro come lo stile di vita slavo non sia facilmente sostenibile. A furia di Alkohol, traumi cranici, cibo fritto e siti radioattivi adiacenti a casa tua, si possono creare delle degenerazioni. Ad esempio il gopnik.
Il gopnik è l’esponente di una tipologia particolare di lumpenproletariat, con la sigaretta perenne, i denti marci o mancanti, la giacca di pelle à la Begbie di Trainspotting e la coppola con visiera da criminale arcaico. [Stile Peaky Blinders, per farci capire dalle Western Spies]. In realtà è il cappello del nonno, quello che si metteva tuo nonno slavo quando era giovane e fighissimo fra gli anni Quaranta e Cinquanta, e che non ha mai smesso di portare finchè è campato.
Il tratto distintivo per eccellenza del gopnik è la tuta dell’Adidas, in abbinamento a scarpe da ginnastica tarocche o agghiaccianti calzature di cuoio da mafioso russo, con la punta tipo poulaine medievali. 
GLI SLAVI E LA TUTA DELL’ADIDAS
L’ossessione per le tre strisce dell’Adidas parte nel 1980, quando l’azienda tedesca fa le tute per il team olimpionico sovietico. 
I dirigenti di partito proibiscono la presenza del logo occidentale sulle vesti sportive, e trasformano le tre strisce bianche in una striscia rossa, delimitata da due bianche. Ma lasciano le strisce in numero di tre sulle scarpe, perché secondo loro sembrano formare la lettera M di Mosca. 
Tutti impazziscono per questo feticcio, tanto che in Polonia le scarpe da ginnastica da quel momento in poi si chiamano “adidasy”. Si diffonde anche il detto “Chi mette le Adidas è pronto a vendere la patria domani”.
Dopo il crollo del comunismo c’è l’invasione delle merci occidentali, ma gli slavi non capiscono subito le leggi della moda. Sono poveri, e fra una tuta originale dell’Adidas che costa come tre stipendi e una tarocca cinese, scelgono al volo la seconda. 
Con il collasso dell’Unione Sovietica nelle prigioni russe vengono a mancare le uniformi da galera, e quindi ci si porta dietro la tuta, perché è comoda. I gopniki, essendo dei wannabe criminal, copiano questo codice di abbigliamento. 
Negli anni Novanta i mafiosi russi spesso assoldano ex atleti professionisti come guardaspalle, ed essi sono i primi a sfoggiare tute di marca originali. 
E poi, diciamocela tutta. Sì. Diciamo a gran voce tutto quello che gli altri non vi diranno mai. La tuta dell’Adidas, drappeggiata sulle creste iliache, sulle cosce lunghe e sul culo secco di un bel maschio slavo, fa sesso.
LO SQUAT
Ma che cosa fa nello specifico un gopnik? “Beat on the brat, beat on the brat, beat on the brat with the baseball blyat.” , hanno detto. In sostanza il gopnik spacca cose con la mazza, fuma cinque pacchetti di paglie al giorno, beve senza soluzione di continuità, gioca a videogames di guerra e fa balletti di gruppo all’aperto, al suono di disco music slava hardbass.
La vita nelle terre slave è dura. Il gopnik deve mantenersi facendo piccole rapine, borseggiando, vendendo droghe homemade tipo krokodil e trafficando facezie al mercato nero.
Quando non è impegnato a fare queste cose, il gopnik squatta.
Non nel senso che occupa edifici, figuriamoci lo sbattimento. Squattare vuol dire stare accosciato, con la paglia in una mano e l’artiglieria alcolica nell’altra. 
Si dice che gli slavi squattino perché sono cresciuti nelle corti fra i BLOKI e, avendo demolito tutte le panchine disponibili, a parte quelle sacre e intoccabili del Sinedrio delle Babushke, gli toccasse poi squattare. Altri sostengono che è per colpa del freddo slavo, per cui se stai fuori a bere è meglio squattare che sedersi su una panchina o un muretto congelato. 
Lo squat del gopnik è comunque il suo tratto distintivo, ed è polisemico.
Esprime primitivismo, come una tribù preistorica che si raccoglie intorno al fuoco sacro centrale della Grande Patata Ardente, sublimata all’interno della bottiglia di vodka. Questa tribù non ha interiorizzato ancora bene la posizione eretta, e non è molto disposta a farlo. Perché, se poi ti metti in posizione eretta, prima o poi magari ti tocca pure lavorare. E questo sarebbe un grosso guaio.
La postura in oggetto è pure una posizione yogica per stirare la base della colonna vertebrale, quindi risulta probabilmente l’unico gesto sano performato dal gopnik.
Lo squat è anche un po’ patriottico: richiama alla mente sia le danze virili della civiltà contadina slava – che prevedevano molte posizioni accosciate – sia quelle acrobatiche fatte attraverso il fuoco dai briganti dei Carpazi, che erano fighi come nessun criminale potrà essere mai. Nemmeno i vory v zakone, o quelli del famigerato amerikanski spion Quentin Tarantino. 
Chiaramente il gopnik ‘ste cose non le sa, perché è ignorante come una zappa. Ma lui squatta lo stesso. Glielo dice l’istinto. 
Wikipedia dice che lo squat si usa per sollevare pesi: dimostra quindi la forza maschia delle tue cosce e la snodabilità sensuale delle tue giunture. Si usa anche per fare la cacca, e infatti esprime il tuo dominio spaziale. Della serie sto marciapiedi è talmente mio che se volessi ci potrei pure defecare sopra, per marcare il territorio.
Lo squat è un gesto istintivo che fanno spesso i bambini piccoli, e il cervello dei gopniki per certi versi non si è mai mosso dall’infanzia. 
C’è tutta un’ortodossia dello squat slavo. Per distinguere i True Slavs dalle Western Spies basta guardare i talloni. Se sono sollevati da terra non va bene. Bisogna appoggiarli e mettere tutto il peso su di loro. In questo modo, nonostante la cassa di birra della Biedronka presente nel tuo corpo, avrai la stabilità necessaria per non cadere miseramente di faccia. Perché forse la questione dello squat sta tutta qui. È un gesto religioso, di genuflessione nei confronti della potenza divina dell’Alkohol.
SLAVITUDINE ESPLOSA E DISSEMINATA
Ci sarebbero molte altre cose da dire sulla slavitudine, tanti altri punti da toccare. La ricetta segreta del kompot, il divano pieghevole, i centrini industrial, l’ossessione della Babushka per i centrini. 
I tappeti per terra, sui muri e ovunque, The Only One True Slav Pope degno di sedere sul soglio di Pietro (che tutti gli altri sono Antipapa), il gusto per i tendaggi, il cesso con i tubi scoperti come in discoteca, la cucina dipinta di azzurro per tenere lontane le mosche.
Le icone. Gesù e la Madonna col Sacro Cuore. 
I bicchieri di cristallo di Boemia che manco a Versailles. L’alcolizzato in bici che ti pedala incontro e si sfracella da solo davanti a te. L’alcolizzato collassato di fianco alla rotaia del treno.
La topa fotonica slava. Il maschio bellissimo, biondo e psicopatico, che ti guarda ammiccando e tu non capisci se prova simpatia per te, ti vuole uccidere o ti vuole scopare. [Tutte e tre, in ordine random. Nota della Redazione] Lo zigomo da arciere delle steppe, che fa sesso a prescindere. [Perchè incava le guance e ricorda in modo subliminale la fellatio. Nota della Redazione] [Sì, però non si può lavorare così… Nota dell’Autore].
Il complesso industriale nel bosco circondato dal filo spinato, con le fiammate che si intravedono in lontananza di notte. Il cimitero di croci di ferro battuto. I corvi neri e lucidi come latex, grossi come capponi, che ti svegliano gracchiando, tutti i santi giorni. L’orto della Babushka. La favolosa casa della Babushka. 
La commistione naturale fra uomini e animali, per cui puoi vedere mucche pascolare fra i BLOKI, gli ubriaconi al bancone con un orsetto dalla faccia desolata, un bullo che si fa la foto davanti al tappeto appeso al muro assieme alla sua gallina del cuore. O anche un vitellino (o un porcello) dentro a una Lada. 
Il trip delle armi. I nonni che considerano cioccolato e caffè articoli di lusso da regalare a dottori e funzionari. Gli orsetti. Mis Uszatek. La Lada. La Traband. Il Maluch. L’AK47. Le strade dell’”hinterland” su cui girano biciclette, macchine, camion e carri trainati da cavalli. Le strade crivellate di crateri che manco dopo l’estinzione dei dinosauri. Putin. Le architetture alla brutto dio, fatte in questo modo perchè, a prescindere da chi sia il padrone, l’etica lavorativa degli slavi è “il padrone è lo Stato, e lo Stato è il tuo nemico”. Quindi bisogna sabotarlo.
L’odio per tutti i popoli confinanti.
L’odio slavo, che manco Satana. La profonda natura abbestia. L’eleganza. Il gelo di morte. La bile nerissima. La sprezzatura cosmica.
LE SETTE CURE PER L’HANGOVER SLAVO
DI BORIS
Per finire questa nostra dissertazione sulla slavitudine, vogliamo condividere con voi un capolavoro trovato su Youtube, “Le sette cure per l’Hangover Slavo di Boris”. Boris è un vero re slavo con la tuta dell’Adidas nera e gialla, il cappello da carrista ucraino e la catenazza blin (non bling, proprio blin) al collo. Non dovremmo dirlo per questioni di spionaggio, ma Boris lavora nel campo dei videogiochi.
Innanzitutto dobbiamo capire che per far venire l’hangover a Boris (e pure a noi) “ci vuole più Alkohol di quello necessario per spazzare via metà del mondo civilizzato”.
Boris ci rivela alcune grandi verità. Non dobbiamo mai credere che per non avere l’hangover sia necessario bere di meno. Non è affatto vero, non bisogna mai, mai fare una cosa così dissennata come bere di meno. Semplicemente bisogna mangiare mentre bevi, “serve a distrarre lo stomaco dai dieci litri di birra di merda che stai buttando giù”. Dobbiamo imparare a “enjoy your drink with something more than another drink”.
Boris ci insegna anche che l’hangover è una condizione che non va curata, ma esorcizzata. I rimedi che tu adotti devono essere terrificanti, devono spaventare l’hangover, intimidirlo, inducendolo ad abbandonare il tuo corpo. 
Innanzitutto devi bere il kefir, quell’agghiacciante latte fermentato che non puoi bere se sei un uomo debole, che hai visto assumere solo a tuo nonno, a colazione, assieme a pane e cipolle crude. Poi devi mangiare robe in stato di semi-putrefazione, cibi grassi, salati e lussuriosi come il lardo o il caviale, e continuare anche a bere, di nascosto, mentre scofani cibo. Ok l’ovvietà di bere dell’acqua, ma deve avere talmente tanti minerali che “sembra l’acqua della piscina”. Se non funziona puoi provare a farti il gopnik ice tea, un frullato a base di crauti, vodka, caviale tarocco, e broda presa dal barattolo dei cetrioli in salamoia (che in Occidente potete trovare alla Lidl).
Anche Boris, come noi, nei giorni di hangover più compromettenti a livello psicomotorio, ha cercato rifugio dalla sua Babushka, per farsi fare i kotlety. Perché se provi a cucinare in hangover, è chiaro che la tua cucina si riduce a un post-Chernobyl. Inoltre c’è anche la concreta possibilità di svegliarsi per strada.
Infine c’è la regola suprema. Se nulla funziona, “I suggest you to go fuck back to sleep”, non prima però di aver bevuto l’ultima birra avanzata dalla sera prima. Perchè domani il cerchio della vita ricomincerà a girare.
Nonostante i nostri hangover apocalittici, ricordiamoci sempre di rimanere vigili. Compagni e lupi sciolti panslavi! Dito sul grilletto e occhio all’Impero. Gli Imperi sono venuti a prenderci e a venderci come schiavi, perché siamo forti e belli. Hanno fatto metastasi nelle nostre terre, spacciandosi per il contrario di quello che erano e cannibalizzando le nostre menti più luminose. E ora ci circondano, cercano di sedurci con la loro nuova, luccicante, viscida faccia very friendly. Gli Imperi tentano di fotterci, di metterci in galera, di umiliarci e di ucciderci. Ma noi siamo armati. Archi, katjushe, oscure fonti di potere, artiglieria alcolica, tute tarocche dell’Adidas, follia slava. E soprattutto l’arma segreta più letale, i geni della nostra Babushka e del nostro nonno bellissimo.
[Questo è un dramma, cazzo]
Per illustrare questo articolo abbiamo saccheggiato le pagine:
Slav Memes https://www.facebook.com/GameOfSlavs/?fref=ts
Babushka https://www.facebook.com/KompotIsLife/?fref=ts
Slavorum https://www.facebook.com/Slavorum/?fref=ts , che esiste anche nella versione https://www.slavorum.org/
Weird Russians https://weirdrussians.tumblr.com/
Lamus Dworski http://lamus-dworski.tumblr.com/
La foto con le icone nella casa abbandonata è di Zofia Dąbrowska, da http://miniwycieczki.blogspot.it/
Le immagini della sirenetta in hangover soccorsa dal gopnik con la tuta dell’Adidas e della melancholia slava vengono da http://www.gramunion.com/functionalneighbour.tumblr.com
Bibliografia
http://www.urbandictionary.com/define.php?term=pizdez
http://www.urbandictionary.com/define.php?term=pizdyets
http://weirdrussia.com/2015/01/04/why-is-adidas-so-popular-among-russians/
Videografia
COME SQUATTARE IN MODO ORTODOSSO
COME FARE IL KOMPOT
COME RENDERE PIU’ SLAVA LA VOSTRA MACCHINA
